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Sea Watch 5: il racconto di un’altra morte senza dignità

Uno dei molti racconti di un soccorso operato da Sea Watch 5: Raman, 19 anni, ha “perso la vita e non ha avuto dignità nemmeno dopo la sua morte”. 20 giorni bloccati nel Porto di Pozzallo.

Il racconto che propongo qui proviene da Sea Watch 5 e risale a quest’estate. Non è stato riportato integralmente altrove per scelte editoriali di giornali o riviste a cui l’ho proposto al tempo. L’intenzione di raccontare questa storia non è quella di polarizzare ancora di più il discorso politico ma semplicemente raccontare una verità oggettiva di ciò che accade durante i soccorsi nel mediterraneo, anche e soprattutto a seguito di normative e leggi che impediscono alle ONG di salvare vite in mare.

“Durante l’ultimo soccorso a causa di un’imbarcazione con ponte sotto coperta “Purtroppo una di queste persone era Raman e aveva 19 anni, morto a bordo della Sea Watch 5 perché trasportato sotto coperta era stato intossicato dai fumi del motore e gli operatori non sono riusciti a soccorrerlo – lo ha raccontato Luca Marelli di Sea Watch – altre tre persone rimaste in condizioni critiche.

Vista la gravità della situazione l’equipaggio ha richiesto un’evacuazione medica d’urgenza, ottenuta dopo un bel po’ di tempo a Lampedusa. “Il Porto di sbarco assegnato era Ravenna – spiega – in quel momento eravamo verso Lampedusa. Avevamo a bordo la salma di Raman perché l’Italia non aveva autorizzato il trasbordo della salma sulla motovedetta che aveva effettuato il Medevac, per cui abbiamo dovuto richiedere più volte di sbarcare la salma. Non avevamo una cella frigorifera quindi la salma è rimasta all’aperto e l’equipaggio doveva cambiare il ghiaccio che proteggeva il corpo ogni 4 ore. Una situazione assurdamente non dignitosa della persona, nemmeno da morta”.

Sea Watch 5 ha infine ottenuto il porto di sbarco a Pozzallo per sbarcare la salma e vista la perturbazione nell’Adriatico, tutti sono sbarcati. “Dopo essere sbarcati abbiamo ottenuto una detenzione di 20 giorni come applicazione del decreto Piantedosi. Successivamente sospeso dal Tribunale di Ragusa che ha riconosciuto il corretto comportamento dell’equipaggio”.

 

 

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